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lunedì 11 gennaio 2010

LOGOS

"Qualche ingranaggio, qualche molla in più che negli animali più perfetti, il cervello proporzionalmente più vicino al cuore e altre cause ignote sono sufficienti a produrre tutte le differenze che supponiamo esistere tra due esseri. L'anima non è dunque che una parola vuota."

Con tali parole, in tali termini, si esprimeva - nel 'folgorante' periodo dell'Illuminismo - J. de La Mettrie, aprendo la strada della scienza all'elaborazione della convinzione che l'Uomo non sia in realtà che... uomo: una macchina un po' più efficiente di altre.

I dati paleoantropologici, le ultime 'evoluzioni' della teoria darwiniana dell'evoluzione, paiono invece indicare una possibilità diversa. L'evidenza - che la nuova visione dell'Evo-Devo da qualche anno conferma - che, nel passaggio all'umano (H. sapiens sapiens), si sia espresso attivamente un preadattamento presente solo allo stato potenziale negli Ominidi precedenti, pare confutare l'idea di un essere vivente 'tutto sommato come gli altri'.
Modificazioni scheletriche della base del cranio e della zona della laringe, supportate dalla simultanea evoluzione di una corteccia cerebrale circonvoluta, hanno inevitabilmente - ma in modo innovativo - generato qualcosa.

Il linguaggio simbolico.

Che non è comunicazione. Tutti gli esseri viventi comunicano: con messaggeri chimici, con feromoni, con suoni, danze e versi.
Solo H. sapiens 'parla', 'pensa'. E parla perché pensa. E pensa perché - attraverso una qualche lingua - parla.

Siamo destinati - anche geneticamente, evolutivamente - a fare logos...
E' questo che a noi consente - soli, in questa impresa e in questo destino, tra tutti gli organismi che hanno accompagnato o preceduto la nostra Storia - di "staccarsi dall'immediatezza, parlarci del passato e del futuro, parlarci del solo possibile, e perfino dell'impossibile e dell'irreale, potendoci riferire con i nostri discorsi anche a ciò che ancora non è o che è solo possibile o irreale. Il discorso e solo il discorso è la condizione che ci permette di discutere, dire e capire ciò che è utile e ciò che è nocivo, e quindi ciò che è giusto e ciò che non è giusto" (T. De Mauro, Capire le parole).


SB

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