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sabato 8 maggio 2010

Il finito e l'infinito_VI


M. Buonarroti, Pietà Rondanini (particolare)


"Che l'io, che il finito, sia capace dell'infinito - capace cioè di accoglierlo, non di produrlo, capace di esserne raggiunto e scoprire che ne è fatto e ne dipende - ce ne accorgiamo grazie al sorgere in noi dell'ammirazione, perché quando incontriamo la realtà che ci viene incontro, possiamo ancora chiedere 'perché?'" (C. Esposito et al., Finito Infinito. Letture di filosofia)

Ci siamo mai chiesti come mai, nell'epoca nella quale viviamo, sia sempre più difficile e sempre meno lodevole manifestare ammirazione per qualcuno o qualcosa...?
Ammettere di avere necessità di ammirare (ad-mirare...) la realtà non potrebbe significare ammettere di avere 'esigenza e desiderio di infinito'? Saremmo tutt'altro che deboli se ce lo concedessimo.

SB

1 commento:

  1. l'ammirazione è la cosa più grande che esista ,una cosa che valorizza l'individualità di ognuno di noi!!!!!!!!!
    Provare ammirazione vuol dire esser grandi!!!!!


    classe 3B

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