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domenica 30 maggio 2010

CHE COSA E' LA VITA?




Nel 1944 il grandissimo fisico teorico Erwin Schroedinger pubblica un volumetto contenente il resoconto di alcune sue conferenze tenute nel corso dell'anno precedente. Il volumetto si intitola appunto "Che cos'è la vita?". Le intuizioni che ivi compaiono, intuizioni di un 'non addetto ai lavori', poiché evidentemente un non-biologo, sono tuttavia sbalorditive in quanto paiono una specie di 'profezia' di quella che sarà la scoperta più importante della biologia di una decina d'anni dopo: la struttura della molecola di DNA. A riprova del fatto che, spesso, più ci si allontana dal dettaglio (un fisico che si immischia di biologia... chi gliel'ha fatto fare?!) e più si rischia di cogliere nel segno!

A sessantasei anni di distanza, sarebbe bene non dimenticare che permangono sia il valore che la necessità di una umile domanda come quella che osò porsi Schroedinger.
Sarebbe bene non dimenticarlo in questi giorni successivi alla comparsa della notizia della creazione di una cosiddetta 'vita artificiale'.
Craig Venter ed i suoi collaboratori del gruppo di Rockville hanno certamente compiuto un'impresa tecnologicamente considerevole (se è vero che si stima sia costata circa 30 milioni di dollari): ottenere e stabilizzare una cellula in grado di replicarsi in modo autonomo dopo avere introdotto al suo interno una molecola di DNA creata in laboratorio, e quindi 'artificiale'.
Appunto: il DNA era artificiale, non la cellula. Oltretutto, il DNA 'miracoloso' è stato sintetizzato utilizzando l'apparato cellulare di un lievito, e quindi di una cellula assolutamente 'naturale'.
La cellula ricevente ha semplicemente continuato a lavorare come avrebbe fatto se al suo interno le avessero lasciato il 'suo' DNA. Se volessimo farci due risate, potremmo dire che Venter l'ha 'ingannata'!

Tutti i genetisti lo sanno, perché è ancora la sfida alla loro ricerca: DNA NON E' UGUALE A CELLULA! Nessun biologo oserebbe ridurre la enorme complessità anche di un solo batterio alla minore (eppur già straordinaria...) complessità di una molecola di DNA.
La 'vita' è altro che non il suo DNA. Purtroppo, o per fortuna, è così...

Vi sembra che si possa parlare, in queste condizioni, realmente di 'vita artificiale'?! Se tutto l'apparato citoplasmatico (ribosomi, mitocondri, apparato di Golgi, etc.), che era preesistente e 'naturale', ha continuato a lavorare come avrebbe normalmente fatto? Se, senza di questo apparato 'naturale', ciò che è stato introdotto non avrebbe avuto alcun modo di replicarsi?

Forse possiamo accettare che i mass-media abbiamo distorto la comunicazione di una scoperta scientifica che rimane straordinaria (1) far sintetizzare un DNA ad un lievito, 2) renderlo stabile, 3) introdurlo in un batterio, 4) rendere anche questo stabile, 5) portarlo a replicarsi e 6) immortalizzare la coltura cellulare risultante), ma di certo dobbiamo anche continuare imperterriti ad esercitare la nostra ragione, che si esprime come capacità critica.

A sessantasei anni di distanza, non appare quindi ancora fuori luogo chiedersi: "Che cos'è la vita?"...


SB


1 commento:

  1. Beh è una delle domande irrisolte della vita umana.Comunque mi sembra che fino ad ora nessuno sia capace di dare un giudizio completo come risposta a questa domanda. Nemmeno io.

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