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martedì 26 gennaio 2010

DOMANI, 27 GENNAIO 1945

Nel mese di febbraio del 1944, giunge ad Auschwitz un convoglio di deportati. Tra di essi, un chimico torinese, laureatosi a pieni voti tre anni prima.
Nelle righe finali di "Se questo è un uomo", Primo Levi ricorda quel 27 gennaio, nel quale le truppe sovietiche arrivarono. Proprio mentre egli stava abbandonando nella neve grigia il corpo di uno sfortunato compagno.

Il libro si apre, invece, così...


Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


SB

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